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Premessa
Cari lettori di SOScittadino.it, oggi affrontiamo un tema importante e delicato: i permessi 104, ovvero le agevolazioni lavorative dedicate a chi assiste familiari con disabilità. In questo post, cercherò di essere il più chiaro possibile, fornendovi informazioni precise e aggiornate basate su fonti ufficiali. Ma prima ovviamente, partiamo dalle basi!
Cos’è?
Come già anticipato poc’anzi, i lavoratori che si trovano ad assistere un familiare con disabilità grave possono usufruire di permessi retribuiti grazie a un’indennità riconosciuta dalla legge. Ma oltre questo, lo stesso diritto vale anche per i lavoratori disabili.
Requisiti
Per prima cosa, è essenziale sapere che i permessi sono riservati ai lavoratori dipendenti, inclusi quelli che lavorano part-time. Ma non basta: la persona per cui si richiedono i permessi deve essere riconosciuta in una situazione di disabilità grave, secondo quanto stabilito dalla legge 104 del 1992.
Questo riconoscimento avviene ad opera di un organismo sanitario congiunto tra ASL e INPS, il che implica che sul verbale finale sia presente la dicitura ”disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104”
Nel dettaglio, i permessi sono riservati a:
- Disabili in situazione di gravità: Se un lavoratore ha una disabilità grave, ha diritto a permessi retribuiti per gestire meglio le proprie esigenze personali e sanitarie.
- Genitori di figli disabili: Sia i genitori biologici che quelli adottivi o affidatari di figli con disabilità grave possono usufruire di questi permessi. Questo diritto si applica anche ai genitori di bambini molto piccoli (sotto i tre anni) e si estende fino ai dodici anni di età del bambino o fino all’ingresso del minore in famiglia per i casi di adozione o affidamento.
- Familiari di persone disabili: Anche il coniuge, la parte dell’unione civile, il convivente di fatto, nonché i parenti e gli affini fino al terzo grado, possono richiedere permessi per assistere un familiare disabile in situazione di gravità.
Come funziona?
Queste agevolazioni possono essere utilizzati in diversi modi, a seconda delle esigenze personali e familiari:
- Permessi orari giornalieri: I lavoratori disabili possono scegliere di usufruire di due ore di permesso al giorno se lavorano almeno sei ore, oppure un’ora se l’orario è inferiore a sei ore.
- Tre giorni di permesso mensile: Questi giorni possono essere utilizzati interamente o frazionati in ore, a seconda delle necessità del lavoratore o del familiare assistito.
- Prolungamento del congedo parentale: I genitori di figli disabili possono richiedere un’estensione del congedo parentale, oltre il periodo standard, per un massimo di tre anni complessivi entro il dodicesimo anno di vita del bambino.
Esempi pratici
Il sig. Marco Rossi, lavoratore con disabilità grave, può decidere di utilizzare due ore di permesso al giorno per recarsi a visite mediche o per svolgere attività che richiedono tempo e attenzione. Se preferisce, può anche accumulare queste ore e prendere tre giorni interi di permesso al mese.
Invece, per la signora Giulia Bianchi, madre di un bambino con disabilità grave di cinque anni, ha la possibilità di prolungare il suo congedo parentale per dedicarsi maggiormente alle cure del figlio, oppure, può scegliere di prendere tre giorni di permesso al mese per gestire situazioni impreviste.
Limitazioni: Fate attenzione perchè i permessi non sono disponibili per tutti i tipi di lavoratori. Ad esempio, non spettano ai lavoratori a domicilio, agli addetti ai lavori domestici e familiari, o ai lavoratori autonomi e parasubordinati.
Lavoratori agricoli
Se sei un lavoratore agricolo a tempo determinato, oltre a inviare il modello di domanda all’INPS, devi anche fornire il modulo “Dichiarazione del datore di lavoro” per ogni mese in cui richiedi i permessi. Questo passaggio aggiuntivo è cruciale per garantire che la tua richiesta sia completa.
Adozioni
In caso di adozione, sia nazionale che internazionale, è necessario fornire alcune informazioni specifiche, come la data di ingresso del bambino in famiglia e altri dettagli legali. Assicurati di avere tutti i documenti a portata di mano per evitare ritardi.
Richiesta
Il metodo principale per richiedere permessi retribuiti è attraverso il servizio online dell’INPS. Questo strumento è stato progettato per semplificare il processo, permettendo ai lavoratori di inviare la propria richiesta comodamente da casa. Se preferisci non utilizzare il servizio online, hai altre due opzioni:
- Contact Center: Puoi contattare l’INPS al numero 803 164 se chiami da rete fissa (gratuito) oppure al numero 06 164 164 da rete mobile.
- Enti di patronato e intermediari: Questi enti offrono servizi telematici per aiutarti a presentare la tua domanda. È un po’ come avere un assistente personale che ti guida nel processo.
Modifiche e rinunce
Se le tue esigenze cambiano, puoi modificare la tua domanda originaria o rinunciare a parte del periodo richiesto. L’INPS offre funzionalità online per effettuare queste modifiche, ma ricorda che devono essere fatte durante il mese di fruizione della domanda.
Ricorsi
Nel caso in cui la tua domanda venga respinta, hai la possibilità di fare ricorso al comitato provinciale dell’INPS competente per la tua residenza. Questo non preclude la possibilità di intraprendere un’azione legale, se necessario.
Tempi di lavorazione
Infine, è importante sapere che, secondo la legge n. 241/1990, l’INPS ha un termine ordinario di 30 giorni per elaborare le domande. Tuttavia, in alcuni casi specifici, i tempi possono variare.
Prima di procedere con l’invio della domanda o di recarti al tuo patronato di fiducia, ti suggeriamo di avere tutta la documentazione e i dati utili vicino a te, in modo da rendere il processo più scorrevole e funzionale. Inoltre, per un primo orientamento generale puoi contattarci via chat o email, menzionando l’oggetto della tua richiesta.