
Addio ”associazione”! Finalmente torno alle origini: LIBERO, disinteressato e diretto.
Comunicato
La decisione di chiudere un’associazione non è mai facile, specialmente quando si tratta di un progetto nato con passione e con l’obiettivo di apportare beneficio alla comunità. Per questo motivo, oggi desidero parlarvi con sincerità della chiusura di SOScittadino come associazione, una scelta difficile ma inevitabile, dettata da una serie di ragioni che vi illustrerò nel dettaglio.
Facciamo un passo indietro: lo scorso 26 maggio si è tenuta un’assemblea straordinaria, un appuntamento cruciale per il futuro della nostra associazione, tra l’altro come avevo già anticipato in un podcast, sempre nel mese di maggio. Durante l’incontro, tutti i membri del Consiglio si sono riuniti e, con voto unanime, abbiamo deciso di procedere con la chiusura.
NOTA: colgo l’occasione per ringraziare di cuore la mia cara amica Carolina, che mi sta supportando nella gestione della chiusura con il RUNTS e nell’invio degli adempimenti fiscali.
Comunque, tornando a noi, quel giorno è stato un momento intenso, intriso di tristezza, ma anche di profonda consapevolezza. Quando non è più possibile andare avanti a causa di forze maggiori, a volte è necessario fare un passo indietro per evitare situazioni spiacevoli o imbarazzanti. Quali sono le ragioni dietro questa decisione? Vi assicuro che sono molteplici e meritano una spiegazione chiara.
Prima di tutto, per motivi personali. Diversi membri del direttivo si sono trovati a dover affrontare problemi di salute o situazioni personali che hanno reso impossibile continuare a dedicarsi all’associazione con la stessa energia e dedizione iniziale. Ho tentato di individuare persone affidabili che potessero subentrare, ma purtroppo chi avrebbe potuto farlo era già impegnato in altre realtà associative. Oppure, chi mostrava interesse spesso lo faceva solo per motivi secondari, siano essi politici, per promuovere le proprie attività o per puro opportunismo. E vorrei sottolineare che non ho mai desiderato, né mai desidererò, creare un’associazione solo per “fare numero”. Per me, la qualità, la lealtà e l’autenticità hanno sempre avuto la priorità. Quindi, in sostanza, non riuscendo a formare un team adeguato in questi ultimi 2 mesi, è stato impossibile proseguire.
Un altro ostacolo significativo è stato il peso della burocrazia. Gestire un’associazione, anche se piccola, richiede un impegno amministrativo enorme. Ogni anno infatti bisogna affrontare costi e procedure simili a quelle di un’azienda, come il pagamento di un commercialista, la gestione di documenti fiscali e aggiornamenti costanti organizzativi. Sebbene sia giusto che lo Stato garantisca trasparenza e legalità nel mondo delle associazioni (soprattutto dopo gli scandali di associazioni fittizie), ritengo che le regole attuali siano troppo rigide, soprattutto per realtà che operano su base volontaria. Ad esempio, sarebbe utile se nei primi 3 anni di attività si potesse lavorare con un sistema più semplice, magari basato su autocertificazioni, per poi passare a controlli più rigorosi solo dopo il quarto anno Questo darebbe il tempo di crescere e organizzarsi senza doversi subito scontrare con costi e adempimenti che, per molti, risultano insostenibili.
Inoltre, si pone la questione della libertà di azione / parola. Quando decisi di passare ad associazione nel 2024, il mio obiettivo era quello di ampliare ciò che già facevo con il blog personale avviato nel 2022. Purtroppo però, mi sono presto accorto che le attività che potevo svolgere erano limitate dai vincoli imposti dal ministero e RUNTS, seguendo linee guida che, nel modo in cui avevo strutturato l’associazione inizialmente, hanno finito per restringere le mie possibilità. Mi è stato richiesto di creare uno statuto con opzioni predefinite che non sempre rispecchiavano le mie idee originali. Questo mi ha spinto a riflettere: perché devo seguire un percorso rigido, quando potrei continuare ad aiutare / informare le persone in modo più diretto e spontaneo, come facevo prima? La burocrazia, le regole sugli statuti e la condivisione di responsabilità tra i membri dell’associazione spesso aggiungono un peso che va oltre il semplice volontariato. Invece, tornando al formato del blog personale, posso agire con maggiore libertà, assumendomi pienamente le responsabilità di ciò che pubblico, senza il timore che eventuali conseguenze possano ricadere su altre persone nel direttivo.
Parlando di questa ultima questione, un elemento cruciale è la sicurezza degli associati. Infatti tutti sappiamo che al giorno d’oggi viviamo in un mondo di vigliacchi, arroganti, presuntosi e, in passato, ho ricevuto un paio di minacce e/o intimidazioni a seguito di alcune denunce pubbliche o esposti formali che ho presentato presso gli organi competenti. Però tranquillli, non sono mai stato querelato! E proprio a riguardo, posso garantirvi che ho sempre affrontato con determinazione le eventuali conseguenze delle mie azioni, ma l’idea che queste potessero coinvolgere anche gli altri membri dell’associazione mi ha sempre causato un certo disagio. Oggi, senza un’associazione alle spalle, ogni responsabilità ricade esclusivamente su di me, e questo mi fa sentire più libero e tranquillo.
Infine, desidero sfatare un luogo comune: non è indispensabile essere riconosciuti ufficialmente dallo Stato per fare la differenza. In passato, ad esempio, quando all’inizio ho creato il blog e podcast SOScittadino, ho comunque cercato di contribuire molto alla comunità come semplice cittadino, in modo discreto e senza clamore, se non in casi specifici per informare la cittadinanza. E continuerò a farlo eh! Infatti sono sempre stato convinto che, con determinazione, passione, creatività, senso civico e un pizzico di coraggio misto a una sana incoscienza, ciascuno di noi possa dare il proprio contributo al miglioramento della società, senza bisogno di etichette, statuti o riconoscimenti ufficiali.
Ecco perché questa esperienza è stata per me una grande lezione di vita. Non ho alcun rimpianto, poiché ogni momento trascorso come associazione, anche se solo per un anno, mi ha dato l’opportunità di crescere e di comprendere meglio come posso contribuire al bene comune senza compromettere la mia personalità ribelle!
Ora, tornando a essere un blog personale, riacquisto la libertà di agire senza filtri: potrò nuovamente denunciare ingiustizie, sostenere ”cause scomode” ambientali e sociali o semplicemente esprimermi con autenticità, assumendomi in prima persona ogni responsabilità.
In conclusione, chiudere l’associazione non significa arrendersi, ma riconoscere che certe battaglie richiedono strumenti diversi, un approccio più ”agile”. Continuo a credere nel valore dell’impegno civico, ma senza vincoli statutari o paure di ritorsioni su terzi, sopratutto quando ci sono di mezzo i miei familiari o amici stretti. Se qualcuno avrà da ridire, saprà dove trovarmi: sarò io, e solo io, a risponderne.
Grazie a chi ha creduto in questo progetto associativo. La strada però prosegue, con meno sigilli e in modo LIBERO, disinteressato e diretto.
Pieraldo