
Un grido di speranza per chi, con coraggio e tenacia, sceglie di non arrendersi.
Lettera aperta
Vi chiedo scusa per il leggero ritardo nella pubblicazione di questa clip, sono trascorsi due giorni dal potente SIT-IN che ha animato Piazza Fontana, ma alcune testimonianze meritano di essere raccontate con la giusta cura e riflessione.
L’evento, magistralmente organizzato da associazioni e cittadini coraggiosi, con un plauso particolare all’Associazione “Genitori tarantini”, ha portato ancora una volta, con instancabile determinazione, le drammatiche problematiche del nostro martoriato territorio sotto i riflettori dell’opinione pubblica. Parliamo di morti premature, di cittadini e bambini innocenti, di un ambiente violentato, di mare e aria avvelenati dai veleni industriali che certi politici compiacenti e i loro sostenitori permettono ancora oggi di esistere, senza un briciolo di vergogna: l’ex ILVA di Taranto, mostro che continua a divorare vite e futuro.
Ma la denuncia non si è fermata qui. Con lucida determinazione, hanno alzato il velo anche su ENI, sui progetti sconsiderati e folli come il disassalatore, il rigassificatore e tutta la “compagnia bella” che minaccia il nostro territorio.
La lettera che ascolterete, letta con straordinaria intensità da Simona Peluso e da Cinzia Zaninelli, due Donne, Madri e Amiche a cui voglio un bene dell’anima, rispettivamente membro attivo e presidente dell’Associazione Genitori Tarantini, rappresenta un manifesto di resistenza civile.
Uma premessa necessaria
Prima di arrivare al cuore della questione, permettetemi una precisazione doverosa: non faccio parte della loro associazione, né li supporto per mera amicizia. Sono diventato, ormai da anni, il loro fan numero uno a livello di impegno associazionistico (con tutto il rispetto per le altre realtà meritevoli).
Con loro mi sono sempre sentito a casa, in famiglia. Non hanno mai approfittato delle mie umilissime qualità o della passione che mi anima. Quando proponevo umilmente qualcosa, che fossero idee, consigli pratici online o spunti legati alle mie passioni, mi hanno sempre ascoltato con rispetto. E quando qualcosa non andava, l’abbiamo SEMPRE discusso insieme, costruendo soluzioni condivise.
Questa, per me, è la vera ricchezza: oltre alla salute, ovviamente! Quella stima reciproca che ti riempie l’anima e scalda il cuore.
Ecco perché a voi tutti, membri dell’Associazione Genitori Tarantini, dico GRAZIE. Grazie per la stima, il rispetto, la fiducia.
Come potrete vedere nel video magistralmente registrato da Max Perrini, introdotto da Cinzia e letto da Simona, io ero fuori città per impegni di lavoro e questioni personali. Ma come avete potuto ascoltare, e come avevo scritto in un post precedente prima di lunedì 30 giugno, ho cercato con tutte le mie forze di capire come potessi essere utile alla causa.
Un appello alla città
Tutte le associazioni tarantine degne di questo nome (con qualche rara eccezione dove palesemente prevalgono interessi personali, calcoli politici, egocentrismo e opportunismo) devono dire GRAZIE a questi eroi silenziosi. È troppo facile salire sul carro dei vincitori quando la battaglia è già vinta.
𝐒𝐝𝐨𝐠𝐚𝐧𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐠𝐨𝐠𝐧𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐞𝐭𝐮𝐝𝐢𝐧𝐞: non dobbiamo aspettare che una persona, un’associazione o anche quei rari ma preziosi politici onesti che si prodigano per il bene comune, spesso trascurando salute, lavoro e affetti personali, debbano ammalarsi gravemente o, nel peggiore dei casi come accadde al compianto Massimo Battista di “Una Città per Cambiare Taranto”, morire prematuramente per ricevere finalmente il riconoscimento che meritano. Basta con questa ipocrisia di piangere gli eroi solo quando non ci sono più! Cominciate a trattarli con il rispetto che meritano ORA, mentre sono ancora in vita, mentre combattono ogni giorno per voi, spesso nell’indifferenza generale. Il vostro disinteresse e la vostra colpevole indifferenza di oggi potrebbero essere il rimpianto di domani.
Abbiate sempre cura di chi si batte per il prossimo. I politici passano, le persone per bene restano immortali nella memoria e nel cuore della comunità.
Con affetto e riconoscenza,
Pieraldo Patano
𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒆: La vera forza di una comunità si misura dalla capacità di proteggere i suoi cittadini più vulnerabili e di onorare chi lotta per loro.