
Assegno di Inclusione: info e consigli per chi termina i 18 mesi.
INDICE
Premessa
Cari lettori, in questi giorni molte famiglie italiane si trovano a fronteggiare una scadenza abbastanza pesante: l’erogazione, da parte dell’INPS, dell’ultima mensilità dell’Assegno di Inclusione (ADI), al termine dei 18 mesi previsti. Mi rivolgo in particolare a coloro che hanno presentato domanda a dicembre 2023 e che, di conseguenza, riceveranno l’ultimo pagamento entro fine giugno di quest’anno. Tuttavia, vi invito a prestare attenzione, perché le informazioni contenute in questo articolo possono essere utili anche a chi dovrà affrontare scadenze successive, trovandosi nella medesima situazione.
Tempistiche e rinnovo
In questo caso, se l’ultimo pagamento è previsto per fine giugno, la nuova domanda potrà essere presentata a partire dal mese successivo (quello di stop), ovvero i primi di luglio, purché entro la fine dello stesso mese. Il meccanismo di rinnovo ripropone una dinamica nota a chi aveva già beneficiato del vecchio Reddito di Cittadinanza: un mese di interruzione tra un ciclo e l’altro. Una pausa che, onestamente, per chi vive situazioni di REALE fragilità economica, si trasforma in un’attesa carica di ansia. Ad esempio, immaginiamo una famiglia con figli minori, dove ogni euro conta per coprire affitti, spese scolastiche o cure mediche: quel vuoto di liquidità, seppur temporaneo, rischia di compromettere equilibri già precari.
Gli arretrati?
Una domanda frequente riguarda la possibilità di recuperare i soldi “persi” durante il mese di stop. Purtroppo, la risposta è NO: presentando il rinnovo a luglio, gli importi saranno erogati a partire da agosto, senza alcuna copertura per il periodo precedente. Questo gap, percepito come ingiusto da molti, riflette una rigidità del sistema che poco si concilia con le reali esigenze delle persone. Per chi vive con il fiato sospeso tra una bolletta e l’altra, anche un solo mese senza entrate può significare dover rinviare pagamenti o contrarre debiti.
Documentazione
Per quanto riguarda la documentazione necessaria per il rinnovo dell’Assegno di Inclusione, non ci sono particolari novità. Sarà sufficiente recarsi presso il proprio patronato muniti di un documento di riconoscimento valido e della tessera sanitaria. Non è necessario ripresentare il modello ISEE, poiché, se già inoltrato correttamente nel 2025 e, privo di omissioni, i dati sono già registrati nelle banche dati dell’INPS.
Però mi raccomando, è importante fare attenzione a un aspetto cruciale: nel caso in cui uno dei membri della famiglia abbia iniziato a lavorare da poco, è obbligatorio segnalarlo all’operatore del patronato. In questa situazione, il professionista provvederà anche a inviare il modulo ADI-com, indispensabile affinché l’INPS possa valutare il reddito lordo percepito dal lavoratore e ricalcolare di conseguenza l’importo dell’assegno.
Consigli
Ora, cari amici, in un quadro così articolato, il consiglio più prezioso è rivolgersi ai patronati di fiducia: sono loro a poter valutare caso per caso, offrendo soluzioni su misura. La complessità delle situazioni personali richiede sempre risposte precise, non generalizzazioni. E speriamo che le istituzioni si attivino al più presto per colmare questo vuoto e rendere più agevole l’accesso a questi strumenti. Rimane dunque, ahimè, l’amara consapevolezza che, per chi si trova in REALE difficoltà, ogni ostacolo burocratico pesa come un grosso macigno sul capo.