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Il ”prezzo” del male: pena capitale per dare più giustizia alle vittime.

Il ”prezzo” del male: pena capitale per dare più giustizia alle vittime.

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Premessa

Non sono mai stato incline a schierarmi politicamente, né a sinistra né a destra. Ho sempre cercato di adottare una visione equilibrata, basata sul buon senso e sull’analisi oggettiva delle situazioni. Però, ci sono temi che superano le ideologie e toccano la sensibilità umana in modo profondo. Uno di questi è la giustizia, soprattutto quando si parla di crimini efferati che scuotono l’opinione pubblica e lasciano un segno indelebile nelle comunità.

Con gli ultimi episodi di cronaca nera, come l’omicidio della ragazzina di 14 anni e del carabiniere di Francavilla Fontana, ci mettono di fronte a una realtà amara: esistono persone senza scrupoli, disposte a tutto per il proprio tornaconto, anche a costo della vita altrui. Episodi come questi non possono lasciarci indifferenti e richiedono una riflessione profonda sul sistema di giustizia e sulle pene previste per chi si macchia di tali crimini.

Cambiare le leggi?

Non è più accettabile che chi commette omicidi o crimini violenti possa godere di pene che, in alcuni casi, risultano persino indulgenti. È un tema che divide, ma credo sia necessario affrontarlo con fermezza. Personalmente, ritengo che l’ergastolo, così com’è concepito oggi, non sia una punizione adeguata per chi toglie la vita a qualcun altro.

Penso, ad esempio, a chi uccide con premeditazione, a chi spezza vite innocenti per un tornaconto personale, futili motivi, relazioni sentimentali o per pura crudeltà: in questi casi, l’idea che queste persone possano vivere il resto della loro vita, anche se in carcere, a spese dei contribuenti, è un’ingiustizia che si aggiunge al dolore delle vittime e delle loro famiglie.

Pena di morte?

So che il tema della pena di morte è controverso e divide l’opinione pubblica. In Italia, questa misura non è prevista, ma guardando ad alcuni esempi internazionali, come quello degli Stati Uniti (sedia elettrica o iniezione letale), mi chiedo se non sia il caso di considerarla almeno per i crimini più gravi. Ovviamente, una decisione di questo tipo dovrebbe essere presa con estrema cautela e solo in casi dove la colpevolezza dell’individuo sia certa al di là di ogni ragionevole dubbio, attraverso confessioni o prove inconfutabili.

La pena di morte non è un argomento da prendere alla leggera, ma credo che in alcune situazioni possa rappresentare una giustizia più equa rispetto a un ergastolo che, di fatto, consente comunque al colpevole di continuare a vivere, mentre la vittima e i suoi cari non hanno alcuna possibilità di tornare indietro.

Il peso sulle famiglie

Proprio in merito a questo, non dobbiamo dimenticare che le vittime non sono solo coloro che perdono la vita, ma anche le loro famiglie, che vivono un doppio dolore: il primo, per la perdita della persona amata; il secondo, per il fatto di vedere il colpevole ancora in vita, magari addirittura rilasciato per buona condotta o per motivi di salute. Questo è un peso insopportabile, che non dovrebbe essere inflitto a chi ha già subito una perdita tanto devastante.

Una questione di giustizia

Non pretendo di avere tutte le risposte, né di convincere chi la pensa diversamente. Però dai, credo che sia arrivato il momento di aprire un dibattito serio e costruttivo su questi temi. La giustizia non può essere solo una questione di leggi e procedure: deve essere anche una questione di valori, di rispetto per le vittime e di tutela della società.

Cambiare le leggi e le pene non è semplice, ma è diventato oramai necessario. Obbligatorio. Non possiamo più permettere che chi commette crimini orrendi continui a vivere senza pagare un prezzo adeguato per le proprie azioni. La giustizia deve essere ferma, chiara e, soprattutto, deve restituire dignità a chi è stato colpito da queste tragedie.

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